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Saggi e critica letteraria


(carta del docente e 18app)

Amantea nel medioevo Dai Bizantini agli Aragonesi

Gianmarco Cima
Recensioni
isbn
9791259660145
prezzo 13,00 euro
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Dal mio diario l'amore e i sapori con mia mamma
Clara Sciandra

ISBN: 9791259660206
12 E. pag 132  200 g
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Dizionario dialettale di Amantea con ampia introduzione e breve storia della città



Alfonso Lorelli

ISBN: 97912596601121
25 E. pag 392  900 g cartonato


Fondata intorno al VII secolo dai Bizantini, che ne fecero un Kastron e sede vescovile, la cittadina calabrese di Amantea, affacciata sul Tirreno, ebbe un ruolo strategico per tutto il Medioevo. Questo periodo storico per il borgo tirrenico, posto in quello che i Normanni chiamarono Giustizierato di Val di Crati e Terra Giordana, corrispondente all'attuale provincia di Cosenza, coincise con il susseguirsi di varie dominazioni (bizantina, islamica, normanna, sveva, angioina, aragonese), diverse per cultura e provenienza geografica, che plasmarono in maniera eterogenea l'identità etnica, storica, culturale, artistica e religiosa di Amantea e della Calabria. Questo libro si prefissa l'obiettivo di esplorarne le varie vicende con un approccio il più possibile interdisciplinare, che tenga conto non solo della Storia. Ma esso è anche pensato per essere alla portata di tutti, poiché ogni popolo o cittadino deve conoscere il proprio passato, umile o glorioso che sia, affinché acquisti coscienza di sé.


Quando tre generazioni s'incontrano davanti al fuoco acceso dei fornelli, o ci si annoia nell'ascoltare i protagonisti delle storie o si rimane coinvolti aspettando di conoscere il dopo. Succede così con questo piacevole libro che, prendendoci per mano, ci fa piacevolmente visitare una cucina in cui domina, più di ogni altra cosa, il sentimento. Una cucina ricca o povera da dei buoni risultati se si sta davanti ai fornelli con gioia e con amore. «Cuciniamo davvero - diceva mia madre - quando domina l'amore, il piacere di cucinare con sentimento.» Ed è proprio il sentimento, il ricordo, la presenza in cucina della mamma o della nonna che, aprendo lo scrigno delle loro ricerche culinarie, consegnano, ai più giovani, ricette e emozioni da trasmettere e in cui conservano culture ed esperienze che hanno caratterizzato, con odori e sapori, un mondo che purtroppo, oggi, è difficile trovare. Una nonna, una mamma, una figlia, apparecchiano il tavolo da pranzo per offrirci antichi e moderni piatti, preparati accanto al loro focolare domestico, condito con Amore extravergine.

In questo dizionario etimologico sono raccolte più di 10.000 voci di un dialetto, quello parlato ad Amantea, che presenta particolarità rilevanti rispetto ai tanti altri dialetti calabresi; particolarità che sono esposte e spiegate nell'ampia introduzione al volume ed anche nella breve storia della città collocata in appendice. Poiché ogni dialetto parlato da una comunità è il risultato della sua storia cioè dell'insieme di cultura, tradizioni, economia, eventi secolari, dominazioni straniere, ubicazione geografica, ceti sociali dominanti e subalterni ecc. l'autore ricostruisce l'etimologia, la morfologia, la semantica delle singole voci che costituiscono il patrimonio lessicale di Amantea ricercandone l'origine, la loro evoluzione nel tempo lungo, la somiglianza-differenza con altri dialetti di comunità vicine. Così si può capire come le derivazioni prevalenti delle singole voci dal greco, dal latino, dallo spagnolo, dall'arabo, dal francese fanno del dialetto amanteano un vero ed originale mosaico linguistico che va conservato nella memoria di tutti i suoi cittadini, vicini e lontani, molti dei quali hanno già sostituito, parzialmente o totalmente, l'idioma locale con la lingua nazionale o con altre lingue d'adozione. È vero che l'interesse dei parlanti per i dizionari oggi è piuttosto limitato perché si crede di poter trovare il significato di ogni parola su Google, tuttavia questo non è possibile per le voci dialettali che soltanto un apposito dizionario può contenere, conservare e far capire. Anche per questa ragione l'opera è ancora più preziosa per tutti coloro che amano la loro città e vogliono conoscere meglio il suo dialetto ma anche per gli studiosi di dialetti locali.                    

Gli animali di Pinocchio e altre figure
ANTEPRIMA

recensioni
Delfino Tinelli

ISBN:
9788896708736
12 E. pag 168  200 g
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La mia Scuola


recensioni
Felice Signoretti

ISBN: 9791259660022
12 E. pag 172  300 g
Le presentazioni e gli incontri

Scritti e interventi

Le recensioni
Prezzo 12,00 E
ISBN-13: 9788896708705 Pagine: 176

Su Pinocchio si è già scritto tutto e il contrario di tutto, ma forse mai si era entrati nel mondo e nello spirito del Collodi attraverso l’incontro singolare con tutti gli animali che popolano il Paese del burattino più famoso del mondo.
Le Avventure di Pinocchio rappresentano l’Odissea dei bambini, che qui viene ripercorsa attraverso l’incontro con i personaggi comprimari che per il Collodi non sono certo i minori: dal Grillo-parlante alla Volpe e il Gatto, dalla Lumaca lentissima al Tonno saggio, passando per il terribile Pesce-cane e tutti gli altri.
Nei personaggi umani, poi, le figure si fanno ricche di fine sapore narrativo per diventare memorabili ritratti d’epoca… o d’attualità. Chi ha letto Pinocchio ne ritrova felicemente tutti i significati palesi e metaforici, incontrando qui una per una le figure animali e umane e rivisitando persino i diversi Paesi; chi non l’ha letto gode la piacevole impressione di trovarcisi dentro all’improvviso e prova, forse, il desiderio di leggere direttamente il libro. Infine chi si trova nell’opportunità di leggere Pinocchio ai suoi scolari, ai suoi figli o ai nipotini può sentire, dopo questo libro, la sicurezza di presentare i personaggi del Collodi in piena familiarità personale.

Scuola non è mera trasmissione di dati. Scuola non è ripetizione di nozioni. Scuola non è acquiescenza a convinzioni correnti. La buona scuola è un percorso comune dell’insegnante e dell’alunno, sempre verso nuovi orizzonti, in una ricerca incessante, in una continua stretta di mano che è atto di dialogo e d’amore, in un cammino sempre denso di avventura. La vera scuola non trasmette cultura: la elabora continuamente in una sorta di laboratorio aperto all’apporto di chi vi studia e vi insegna.

L’intreccio fra il suo impegno e la sua avventura di vita lo portò, fin da giovanissimo, a produrre scritti per i suoi amici, i suoi compagni di fede, le persone in cui egli credeva e che in lui credevano.
Quasi tutto è andato smarrito di ciò che scrisse. Ma quanto resta testimonia una scelta culturale precisa e combattiva, che ha trovato nella Scuola l’ambito in cui manifestarsi ed in cui realizzare il proprio ideale di una vita che ha un senso solo se spesa per gli altri, quale inarrestabile avventura.
Non ha mai accettato un’esistenza piatta e senza palpiti. Non si è mai nascosto in luoghi sicuri. Non è stato mai un uomo del sistema. E’ stata una figura sempre invisa alle gerarchie, perché contraria a lasciare che le cose vadano come vadano.
Per lui il mondo va trasformato, non attraverso la violenza o l’odio, ma attraverso l’amore. Il sorriso è la forza che risponde, nella sua luce, al buio delle gore maleodoranti e della prepotenza di chi si crede forte. Questo ha creduto, fino a vivere i giorni della sua vecchiaia con la coscienza di aver vissuto a fondo.
Dell’educazione, intesa come dialogo e crescita comune con chi si affaccia dopo nel cammino della vita, ha fatto lo scopo della sua esistenza.
Ma la sua è stata un’esistenza ricchissima, densa di scontri e di incontri, di amicizie e di inimicizie, di amori profondi e di odi inconciliabili. Assetato di nuovi fiori, si è spinto a coglierli non solo nei boschi e nei prati luminosi, ma anche nelle lande più deserte e desolate.
La vita va vissuta fino in fondo, se si vuole regalare e lasciare qualcosa a chi comincia a viverla. Tale il senso profondo della sua attività e dei suoi scritti.




GESU' NAZARENO PROBLEMI E APORIE
II VOL. La vita pubblica: fatti e figure

SCARICA L'ANTEPRIMA DEL LIBRO

Autore Albino Curcio
Recensioni
isbn 9788896708606
prezzo 12,00 euro
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GESU' NAZARENO PROBLEMI E APORIE
I VOL. Processo di spiritualizzazione della materia e verginità di Maria

SCARICA L'ANTEPRIMA DEL LIBRO

Autore Albino Curcio
Recensioni
isbn 9788896708446
15,00 euro
LA PRIMA PRESENTAZIONE
(servizio di Antonio cima Webiamo)
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Nacque da Maria Vergine

Autore Albino Curcio
Recensioni
isbn 9788896708859
prezzo 10,00 euro
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Ancora una volta Albino Curcio con la sua cultura vasta e poliedrica è riuscito ad analizzare la personalità di Gesù Nazareno, attingendo non solo agli evangelisti ma anche ad altri testi Sacri. Il ritratto che ne risulta è testimonianza di una ricerca molto approfondita che cerca di rispondere all’interrogativo: «Chi è Gesù Nazareno»?

Prof. Mauro Corradi

  Il disagio per il metodo storico - critico, che ha portato la ricerca su Gesù a risultati molto differenti, ha indotto Albino Curcio a tentare un approccio diverso alla persona del Nazareno.
  Questo tentativo prende le mosse dalla visione di fede degli evan la quale si basa su tradizioni storiche e ha prodotto una im chiara di Gesù.
  Il presente volume, insieme al precedente dello stesso autore, forni gli strumenti indispensabili per orientarsi nel panorama com e frammentato, talora disorientante, della ricerca sul Gesù storico.
  In quest'opera si tratta del Gesù dei vangeli che ha lasciato nelle sue parole e nelle sue opere una luminosa scia cristologica, che lo quali già prima della Pasqua, come Figlio di Dio, in comunione d'a con il Padre.
  Affidabilità storica delle fonti neotestamentarie, messianicità di Gesù e cristologia prepasquale sono i tre fili dorati che intessono la trama di quest'opera consegnandoci un ritratto nitido del cittadino di    Nazareth con tutta la sua provocante autenticità e radicalità.
  Il lettore ne trarrà certamente vantaggio come approccio alla figura di Gesù con la garanzia di una proposta oggettiva e non ideologica.

Prof. Don Renato Baldussi


GESU' NAZARENO PROBLEMI E APORIE  I VOL. Processo di spiritualizzazione della materia e verginità di Maria

Durante la storia si sono succedute e accostate diverse immagini di Gesù. C'è chi lo ha visto come una persona che ha incarnato la mitezza e che invita alla bontà e alla dolcezza, chi come il maestro che propone una dottrina chiara e definitiva, chi invece come colui che ha rivoluzionato la cultura del suo tempo sia in campo civile che religioso, e quindi come il più grande rivoluzionario di tutti i tempi.
  Queste posizioni sono compresenti anche nell'attuale cultura. La teologia cristiana si è impegnata in un costante lavoro di investigazione sul pensiero e sulla persona di Gesù. È nata quindi la dottrina ufficiale del magistero ecclesiastico su Gesù.
  Molti concili ecumenici si sono svolti intorno alla figura e al messaggio di Gesù con elaborate riflessioni per definire in maniera chiara e precisa la sua vera identità.
  In pochi decenni un profondo cambiamento di prospettive e di sensibilità si è realizzato nell'ambito dell'esegesi dei Vangeli e della storia delle origini cristiane. Non soltanto le straordinarie scoperte, verificatesi nel secolo scorso, hanno arricchito le conoscenze nell'ambito culturale e religioso dei primi secoli cristiani, ma anche numerosi cambiamenti avvenuti nell'esegesi biblica e nella teologia hanno introdotto possibilità di riflessioni che hanno rinnovato l'annuncio del Vangelo.
  Le riflessioni contenute in questo libro di Albino Curcio, frutto di una documentazione attenta e attraverso un confronto di verifica con gruppi di laici impegnati, è un valido contributo per un ulteriore approfondimento circa la conoscenza di Gesù di Nazareth nei suoi diversi aspetti.
La preziosa fatica dell'autore ha il grande pregio di metterci a disposizione, con rigore di contenuti, risultati di ricerche bibliche, teologiche e storiche.
 

Don Renato Baldussi

“Storia credibile di Maria”, definisce Albino Curcio questo suo lavoro, assumendo,

con serio cipiglio, il ruolo di Aedo che ha come Tempio della sua
dottrina, il focolare dell’amore in cui tratta Maria nella “realtà offuscata”. E
lo fa, scegliendo, come auditori, tutti coloro che avranno l’opportunità di
leggere la sua opera e la pazienza di “ascoltare” la sua voce. E non si nasconde
e schiarisce la voce: «Carissimo – dice rivolgendosi, alla fine del libro, al
suo lettore – ... illudendomi di compiere un’opera buona, mi sono tuffato
nel vortice della “cultura offuscata” con la speranza di strapparti al regno
della civetta e di risalire con te, come su ali d’aquila, nel regno della luce».
Non è albagia la sua, tutt’altro! Albino, mentre sta percorrendo i sentieri
che, «Ad Jesum per Mariam», lo portano a contemplare la luce, si è vestito
con il saio della sua umiltà: «Non andare alla ricerca della verità basandoti
sulla tua sapienza, perché spesso una tale ricerca conduce a parziali e contraddittorie
interpretazioni di essa, che non le si addicono.
La verità va soltanto “compresa” e “vissuta”...». E lui, prendendoti per mano,
lo fa con una semplicità quasi sconvolgente, trattando di Maria e della sua
verginità, prima, durante e dopo il parto del Figlio, come se fosse materia di
normale e facile comprensione. E per lui, lo è. Albino Curcio non appartiene
agli uomini offuscati. La Maria che tratta è collocata all’interno della sua casa
di Nazareth, il focolare domestico in cui si adopera per la cristificazione degli
uomini. Ed allo stesso modo ci racconta della maternità verginale di Maria,
distinguendo tra storia, mezzo espressivo e teologia ciò che è accaduto,
com’è stato raccontato, che cosa si è voluto insegnare.
Tutti gli uomini sono capaci - ammonisce Albino - di accogliere il Verbo di
Dio: basta desiderarlo davvero. Basta lo stesso atto d’amore che rapì e travolse
Dante quando si accinse a concludere la sua Commedia:
«Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che il suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui caldo nell’etterna pace
così è germinato questo fiore».
                                                                           Salvatore Sciandra

De Urania


recensioni
Federico corradi

ISBN: 9788896708842
12 E. pag 260  300 g
Le presentazioni e gli incontri



IL LIBRO INVISIBILE CHE STA DENTRO E FUORI DI NOI
recensioni
Pino Porco
ISBN: 9788896708613
prezzo 10 E. pag 124  130 g
Le presentazioni e gli incontri
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Aforismi e poche parole
Giuseppe Cicero

abstract
disponibile dal 15 settembre
prezzo 10 euro
DIPLOMA D’ONORE alla XX edizione del Premio Letterario Internazionale «Trofeo Penna d’Autore»

Tu guardi le stelle, stella mia, e io vorrei essere il cielo per guardare te con mille occhi. Platone De Urania vuole ricreare l'atmosfera dei banchetti, dei simposi degli antichi, dove tra una portata e l'altra ci si perdeva in animati dialoghi e conversazioni sulla letteratura, sulle scienze, sulla natura, sull'uomo, sulla filosofia e sull'arte, indistintamente. Quest'opera sogna di far respirare ancora la tradizione classica, ispirandosi ai miti greci e latini delle costellazioni, affronta temi con gli occhi d'un giovane che ancora oggi ama e cerca di far suo lo spirito indagatore e meravigliato degli antichi.

Sempre più spesso la realtà che ci circonda non ci piace e nel non farci domande non intravediamo alternative. Viviamo in uno dei migliori sistemi, basato sullo scambio, sul commercio, sul libero mercato, fondato sulla trattativa e sul consenso. Un sistema che bandisce la soggezione del totalitarismo. Un sistema che prevede il progresso, la cultura, la civiltà, la scienza e la tecnologia che nell’insieme portano comodità, benessere e democrazia. Eppure è chiaro che qualcosa non va: è come se attualmente, il nostro sistema, quello della nostra parte di mondo occidentale, fosse un corpo senza voce dal quale occorre leggere i segnali per poter riconoscere gli indicatori di disturbi. Il saggio di Pino Porco aiuta a leggere questi segnali dando voce di volta in volta agli indicatori di disturbi superando la barriera degli interventi spesso meramente interlocutori, individuando la genesi di ciò che non va in quella parte di realtà quotidiana invisibile ma non per questo irreale e inefficace a stabilizzarsi e far tendenza.     


Una raccolta di 227 aforismi catalogate a tema.
L’amicizia, il pensiero, la politica, gli interessi, la felicità, la razionalità sono solo alcune delle tante altre prese in considerazione.
Più che alla morale si rivolgono all’ironia, se non proprio all’umorismo, giocano con le parole e con le parole all’assonanza, intercettano sentimenti diffusi e autentici, allontanano le conclusioni affrettate.
Inducono alla riflessione che appaga lo spirito, proiettando concettualmente e, soggettivamente ognuno in dimensione diverse, secondo le proprie conoscenze.
Per Aristotele e gli aristotelici, la riflessione si ottiene perché l’intelletto, non solo conosce, ma è consapevole, sa di conoscere.
In questo contesto, l’obiettivo dell’autore è quello di far emergere accanto ad ogni stimolo riflessivo come “La storia sia finita quasi sempre tra le righe di un libro, ma ciò che importa è che non rimanga lì impressa, bensì sia la nostra mente ad imprimerla nella quotidianità dei nostri racconti”.



Storia di Macchia Albanese
Adele Sammarro
e
Vincenzo Sammarro
Prezzo 10,00 E Pagine: 140
scarica l'anteprima del libro
Data di Pubblicazione: 2014
ISBN-13: 9788896708424

LIBERI E RECLUSI
recensioni
Salvatore Brusca

ISBN: 9788896708668
8 e. pag 66  120 g
Le presentazioni e gli incontri
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GLI ANGELI DELLA RIVOLUZIONE

Storia ottocentesca di un tradimento
recensioni
Salvatore Brusca

ISBN: 9788896708798
10 e. pag 120  190 g
Le presentazioni e gli incontri
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Storia di Macchia Albanese
di Adele e Vincenzo Sammarro   ISBN 978-88-96708-42-2

Macchia Albanese è un antico borgo che sorge tra le sinuose e dolci colline, e gli argentei oliveti, a sud del Pollino. A caratterizzarne la storia un susseguirsi di vicende che vanno dal 1400 circa, come il grande esodo delle comunità albanesi che si trasferirono nel Mezzogiorno di Italia, ex regno delle Due Sicilie. Parte della popolazione si stanziò presso Macchia Albanese dando luogo ad una vera e propria comunità. Qui, accanto alla vicenda storica, si mette in luce ogni nido della memoria più cara. L'asse centrale del libro ruota intorno a particolari avvenimenti storici che si avvicendarono dopo le varie ondate dei profughi albanesi. Stupisce il fatto che, in piccolo lembo di terra, popolato da un numero esiguo di abitanti, ebbero origine personalità illustri, figli eccelsi della cultura e del sapere. Nel libro vengono ricordati uomini eccellenti come Gian Francesco dei Conti Avati, Michele Marchianò, Domenico e Domenico Antonio Marchese, Gerolamo De Rada, Domenico Enrico Cadicamoe tra i contemporanei, Franco Esposito.


Il dramma, volutamente privo di una precisa collocazione spazio-temporale, costituisce una rappresentazione di alcuni modelli giuridici e istituzionali che hanno caratterizzato la modernità, come l’assolutismo e la monarchia costituzionale, oppure orientamenti politici, come il liberalismo e la democrazia. Trovano riscontro anche valori quali la libertà, l’uguaglianza e la non patrimonialità dello Stato. Ma soprattutto in esso si sottolinea la rilevanza della scelta individuale, come momento significativo di un processo di
responsabilizzazione irrinunciabile, ai fini del raggiungimento di un ideale collettivo. Lo slancio ideale di Isabel, Rodrigo e Sebastian si infrange contro le trame ordite dal cinico e corrotto Solidad e trova anche impedimento nella remissività del re, che nel perseguire una ragion di stato fine a se stessa si piega al corso degli eventi, assecondandoli. Il rifiuto di Isabel di contrarre matrimonio con Solidad e l’ irremovibilità di Rodrigo e Sebastian ripropongono una dialettica della storia che lascia spazio alla speranza contro il trionfo dell’ingiustizia.

Secolo XIX, un tempo in cui più che in ogni altro si avverte la necessità di coniugare pensiero e azione, teoria e prassi. In un angolo di mondo, come trascinati da una burrascosa corrente, un gruppo di rivoluzionari sembrano navigare drammaticamente su una zattera della Medusa. Sia pure nella loro diversità, circa gli orientamenti ideologici, trovano condivisione nella lotta contro l'oppressione cui è soggetto il loro paese e nell'anelito verso un futuro che, benché indeterminato, rappresenta l'orizzonte di senso delle loro tormentate esistenze. Nell'insieme, questi sono posti a confronto con un principio di realtà, che assume forma nella personalità del Generale Cangialdi, uomo privo di un preciso orientamento ideologico, animato da un opportunismo pragmatico che gli consente di tradire la loro fiducia e quella del popolo. Un principio di realtà dominato da una logica brutale, che funge da banco di prova per ideologie orientate alla realizzazione di cambiamenti radicali e palingenetici. Qui si consuma la dissoluzione, al di là dei propositi ottimistici, del nesso teoria e prassi, risolvendosi nel fallimento dell'azione rivoluzionaria.

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